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educazione linguistica - ricerca didattica - politica scolastica di... con... da.... su.... mario ambel |
Emergenza Valutazione |
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Sono uscite le
circolari 50 e 51 in tema di valutazione e di esami. In particolare sulla circ. 50, fermo restando il rispetto personale e persino l'umana comprensione per chi è nelle condizioni di dover servire lo stato in tempi così tristi, è impossibile non rilevare che raramente si sono lette tante incongruenze in un solo documento ministeriale. Ma sono i frutti inevitabilmente sbagliati di una pessima legge che l'amministrazione non ha avuto il coraggio e la coerenza di impedire che venisse proposta e approvata. Ora sarà questione difficilissima risalire la china - anche del consenso demagogico o del pilatesco "il problema non è il voto"- Il problema, invece, nefasto e foriero di gravi conseguenze, è proprio il voto, che andava abolito nella scuola superiore anziché esteso a primaria e media! Ora ad errore non può che seguire errore, in una escalation a tratti stravagante, finché la cambiale scaduta della demagogia populista non reclamerà i suoi costi. E saranno elevatissimi! Io non mi stupisco che provvedimenti demagogici riscuotano consenso. E' ovvio: sono fatti apposta! Il loro problema è che non risolvono nulla, anzi aggravano le situazioni!
Ci piacerebbe sapere: una faq al vento... E a proposito di situazioni ormai irrisolvibili mi piacerebbe sapere se corrisponde al vero che alcuni ispettori tecnici stanno proponendo alle scuole medie una sorta di sei politico, il sei con asterisco, per promuovere o ammettere agli esami allievi con dei "cinque". Nel caso questo fatto corrisponda al vero, vorremmo sapere ... - se questo invito non sia configurabile come "falso in atto pubblico"?; - perché anziché concedersi questo strappo alla norma questi ispettori non si concedono un po' di coerenza e di dignità culturale e scientifica criticando una legge sbagliata e contraria alla storia della nostra scuola? - come si conciliano, per l'amministrazione, la condanna delle "maestre della Longhena" e questi suggerimenti dati da ispettori tecnici nell'esercizio delle loro funzioni? Gradiremmo una risposta, diciamo così in astratto, prima di dover circostanziare nomi e luoghi. Grazie, sempre in attesa - qualora lo si ritenga opportuno- di una contestazione di addebito per aver affermato pubblicamente e in più circostanze che la legge 169 è sbagliata e iniqua e andrebbe abrogata, al più presto.
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lle maestre della scuola di Longhena sono arrivate le contestazioni di addebito! Comunicato stampa delle maestre della scuola Io da ieri insegno alla scuola elementare di Longhena L'amministrazione si nega anche l'ultima possibilità di agire con buon senso e contesta alle maestre di Longhena non solo un comportamento professionale inadeguato per aver dato lo stesso voto a tutti i bambini, ma (ad alcune) anche di essersi permesse di esprimere critiche nei confronti della normativa sulla valutazione in una manifestazione pubblica e di aver così denigrato l'Amministrazione di appartenenza. Vorrei che fosse chiaro che sono il Parlamento e questo Ministero a imporre comportamenti fino a ieri illegali, a screditare la credibilità del lavoro degli insegnanti con norme assurde: uno striminzito e stenterello articolo di una legge raffazzonata (sarà effetto della "semplificazione normativa"?) che cancella trent'anni di lavoro nelle scuole e di ricerche pedagogiche, a imporre trasformazioni radicali delle scelte professionali e delle metodologie didattiche in tempi irragionevoli. Il problema non è politico: è culturale, scientifico, professionale, metodologico. Per questo è grave il silenzio di tutti coloro che fino a ieri pontificavano sulla valutazione formativa, qualitativa, autentica e ora tacciono o parlano talmente sottovoce che non li sente nessuno. Così come trovo molto grave il consenso che questi provvedimenti incontrano nella scuola; se nella scuola superiore la cosa può essere comprensibile a causa della scarsa dimestichezza di molti colleghi con l'idea e le pratiche dei processi di insegnamento/apprendimento, molto grave è che ciò possa accadere nelle medie e nelle elementari. |
Come si fa a "meritare" una contestazione di addebito? Posso ad esempio provare ad affermare che ... - sono un insegnante in servizio anche se attualmente in posizione di utilizzo; - ritengo che aver imposto l'uso della valutazione decimale nella scuola elementare e media nelle verifiche periodiche e averne surrettiziamente indotto l'uso nelle valutazioni in itinere sia stato un grave errore, fonte di conseguenze nefaste; - ritengo che i voti decimali produrranno nella scuola elementare un arretramento culturale e metodologico della ricerca e delle pratiche didattiche e nella scuola media inutili e deleterie contraddizioni fra esigenze di promozione socio-culturale e vane pulsioni selettive; - ritengo infine che certificare competenze con un voto decimale (nella scuola superiore in particolare) sia cosa impossibile, contraria agli studi e alle pratiche di settore, a tutta la normativa europea di riferimento .
Penso che abbia ragione chi si oppone a queste norme e ne sostiene l'irragionevolezza in tutte le circostanze in cui gli è possibile e lecito farlo. Io lo vado facendo da mesi.
Se qualcuno volesse aprire una contestazione di addebito nei miei confronti per aver espresso il mio pensiero, l'USR di riferimento è quella del Piemonte, USP di Torino Mario Ambel, 1 aprile 2009 (ma non sto scherzando). |
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Caro Ministro, ora non si stupisca: Chi semina vento raccoglie tempesta!
Caro Ministro, diciamo le cose come stanno: lei sta semplicemente raccogliendo ciò che ha seminato, con ostinazione e coerenza, dalla fine di agosto ad oggi. Ovvero da quando ha aperto un fronte di conflitto con la scuola democratica e progressista, che ritiene politicamente asservita ai cascami e ai detriti ideologici del sessantotto. Io non so chi o quali ambienti l'abbiano convinta di questa stupidaggine. Certo è che questa convinzione ha fatto presa ed è stata foriera di una serie di interventi che stanno stravolgendo la scuola pubblica, come lei stessa si era ripromessa: "Quarant'anni da cancellare". Ricorderà certamente le sue interviste alla “Padania” e al “Corriere”, con le quali ha scosso le nostre intorpidite attenzioni al ritorno dalle vacanze, promettendoci quelle lacrime amare che sono poi puntualmente arrivate! Lei sta muovendo un attacco frontale alla scuola di questo paese e alla sua storia e si stupisce che qualcuno le difenda, fino allo stremo delle forze e della disperazione? Ci muoviamo su un terreno delicato e complesso, che la maggioranza di governo ha deciso si affrontare con la durezza e l'arroganza delle semplificazioni e delle banalizzazioni proprie delle scelte un po' troppo muscolari e populiste. Lei è convinta di lavorare per una scuola che premi la serietà, il merito, il ritorno all’ordine e alla disciplina. Molti la stimano e la guardano per questo con ammirazione, affascinati da queste parole d'ordine, anche se, ahimé, odorano più di demagogia che di democrazia. Noi ci opponiamo fermamente a questa visione e a questa pratica delle relazioni educative. Ma le assicuro che non si tratta di un problema in prima istanza politico, nonostante tutti gli sforzi che lei, molti quotidiani e anche alcuni protagonisti stanno facendo per renderlo tale. È anzitutto un problema culturale e professionale, tuttalpiù etico. Come da mesi ci stiamo inutilmente sforzando in molti di spiegarle. Per questo è grave il tentativo, suo e di molti quotidiani, di isolare nell'angolo della sinistra non più rappresentata in Parlamento la posizione dei molti che si oppongono allo smantellamento della scuola pubblica e ora a un uso selettivo e discriminatorio della valutazione. Così com’è grave la responsabilità di tutti coloro che, da posizioni ritenute più moderate, in questi mesi hanno accondisceso o taciuto, taluni tradendo le idee, le pratiche e le norme che fino a ieri avevano condiviso e propagandato. Ora sarà comodo accusare il "dieci politico" (anche la docimologia risente dei processi inflazionistici!) di eredità sessantottesca, ma è la sua frettolosa concezione del "merito" e della "serietà" che costringe le maestre e i maestri di questo paese a ricordarle in modo simbolico le drammatiche realtà di una società strutturalmente e ostinatamente diseguale e produttrice di diseguaglianza. E le assicuro che il merito, quello vero, a scuola, non si riconosce né si incentiva con i “voti”, vecchio cascame – questo sì – di una scuola selettiva e non già, come lei sostiene, strumento di apertura all’Europa! L’Europa usa livelli o punteggi, non voti: possibile che non si trovi in tutto il paese uno straccio di consulente per lei affidabile in grado di spiegarle la differenza? Da mesi in molti le andiamo ripetendo che la valutazione in voti decimali è non solo anacronistica, inutile, dannosa, ma soprattutto simbolicamente portatrice di valori e pratiche discriminatorie e selettive. Ma inutilmente. Ora lei ha ragione a dire che le leggi democraticamente approvate vanno rispettate, come hanno ragione i dirigenti scolastici che in questi giorni invitano i collegi docenti al rispetto delle norme. Ma quando un Governo e un Parlamento costringono ad applicare leggi che in scienza e coscienza molti ritengono inique e dannose per quegli stessi minori di cui si sono assunti la responsabilità educativa, allora hanno ancor più ragione coloro che escono dal coro dei consensi e si sentono costretti a spiegare, a distinguere, a dissentire, a dichiarare di obbedire per forza o, perfino, ad adottare le soluzioni dell’obiezione di coscienza e della provocazione simbolica all'interno delle regole e delle pratiche istituzionali. Non siamo noi ad averla messa fin dall'inizio sul piano dello scontro muscolare! Noi difenderemo la scuola per cui abbiamo studiato, lavorato, vissuto in questi 40 anni fino all’ultima forza residua. Ma lo facciamo in nome di valori che sono in prima istanza etici, culturali e professionali. E che solo in seconda istanza divengono politici, se disattesi e inibiti. Persino proibiti. E che lei e il Parlamento ci stiate impedendo di insegnare e valutare secondo le nostre convinzioni, secondo i dettami della cultura educativa del Novecento e secondo i patti che abbiamo stabilito e sottoscritto con le famiglie è un fatto, non un’opinione! Se lo vuole credere bene, altrimenti pazienza. La storia e il tempo ci saranno testimoni. È già successo altre volte. L'arroganza spesso ha vinto, esaltata dalla cronaca. Poi è stata condannata dalla storia. Va sempre così e purtroppo inutilmente, perché sappiamo da tempo che - come diceva Montale - "la storia non è magistra di niente che ci riguardi”. E il nostro Paese, in questi giorni, lo sta amaramente dimostrando. Per queste ragioni mi auguro che lei voglia abbassare i toni, rinunciare alle rappresaglie amministrative e possa soprattutto affidarsi a qualche consigliere meno accecato di ideologia. E possibilmente con un po’ più di sensibilità umana e di competenza professionale. Ce ne sono, spero bene, anche dalle sue parti: li scovi, li rassicuri e li ascolti.
Buon lavoro. Mario Ambel Torino, 13 febbraio 2009
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smetti anche tu |
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Contributi alla riflessione, allo studio e alla pratica democratica a disposizione delle scuole e dei colleghi che vogliono resistere alle tentazioni della valutazione... "sommaria" | ||||||||||
Documenti collettivi
Per una valutazione che... un documento sulla valutazione elaborato da un gruppo di esperti nel campo dell'educazione linguistica - Gli estensori - un gruppo di docenti, formatori ed esperti nel campo dell'educazione linguistica - si augurano che possa arginare la deriva verso il "ritorno al voto", aiutare chi sostiene nella scuola una battaglia per una valutazione funzionale all'apprendimento e contribuire a promuovere nelle scuole e nel paese una crescita culturale e professionale su questi temi. Per sottoscrivere, seguire le indicazioni in calce al documento e inviare all'indirizzo indicato vedi anche pagine web dedicate al documento e alla valutazione
Dichiarazione... di Obbedienza coatta e dissociazione consapevole da inserire alla documentazione dello scrutinio o della delibera del collegio docenti elaborata da un gruppo di docenti del CIDI Torino e assunta dalla Flc Cgil . |
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Lettere pubbliche Lettera aperta... alle scuole che mi hanno invitato a tenere attività di formazione in servizio... (o che intendono farlo) (settembre) Caro Ministro, ora non si stupisca (febbraio) |
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Articoli e saggi Questione di ,... competenze, introduzione a "Un voto nel merito", in Insegnare, n. 1/2009, pp. 42-53, ed. ciid, in corso di stampa Quale idea di scuola fra progettualità e valutazione, in Nuvole. per la ragionevolezza dell'utopia , n. 37, febbraio 2009 Il ritorno al... sistema decimale in "laicità", Trimestrale del Comitato Torinese per la Laicità della scuola - (A. XX) N. 4 – dicembre 2008 M. Ambel e F. Fabiani, a cura di, 2008, Quando la valutazione è ricerca, Dossier Insegnare, n. 2/2008; si può richiedere a insegnare@cidi.it , fino ad esaurimento delle scorte.
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Relazioni a seminari e convegni Slide della relazione tenuta a roma alla scuola Iqbal Mazih il 28 gennaio 2009 Slide della relazione tenuta a Bologna il 16 gennaio 2009 Slide della relazione tenuta a Palermo il 14 gennaio 2009; Questi tre pdf presentano qualche problema: me ne scuso Registrazione audio (e video) della lezione tenuta all'Università di Macerata l'11 dicembre 2008: - slide della relazione Slide della relazione "Le parole per valutare", tenuta il 5 dicembre 2008 al seminario CIDI - DiPED Anche i numeri sono parole |
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Una domanda alle colleghe e ai colleghi della scuola media: ma a giugno, quanti allievi avete intenzione di bocciare? |
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Da dove ci nasce l'acre sensazione che in questo paese l'aria sia sempre più irrespirabile? |
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Qualcuno mette i
voti...
perché
così almeno si capisce com’è andata.
Qualcuno mette i voti...
anche
se così non si capisce com’è andata.
Qualcuno mette i voti... perché sta seduto nelle ultime file del collegio docenti
e
di qui non si sente che cosa dicono là davanti.
Qualcuno mette i voti...
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dal 10 febbraio 2009..... |
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ARCHIVIO |
le notizie | i commenti | ||||
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La magistratura apre un fascicolo sulle maestre della scuola Longhena... e intanto "LIbero" ci propone nuovi modelli di insegnante... | ||||
Il Ministero stoppa il “10 politico” nella scuola primaria di Bologna di A.G.
Il Direttore dell’Usp annulla la delibera del Collegio docenti e quello dell'Ufficio scolastico Regionale invia un ispettore. Dura condanna anche del Ministro Gelmini: certi docenti fanno politica anziché svolgere in pieno il loro ruolo istituzionale, un vizio che abbiamo ereditato dal '68
da La Repubblica - Bologna
Commenti, lettere e dichiarazioni alla pagina "Che cosa ne pensate" di Semplicemente Longhena, blog di genitori, ex alunni e insegnanti della "scuola più bella del mondo" (per noi) dove si legge tra l'altro una dichiarazione delle colleghe: "Gli insegnanti della scuola primaria Longhena ribadiscono che il 10 in “pagella” dato ai bambini nel primo quadrimestre è il frutto di considerazioni pedagogico/didattiche e di coerenza professionale. Non è in alcun modo un “10 politico”. Invitano pertanto chiunque a non fornire altre interpretazioni in merito." |
La mia piena solidarietà professionale ed umana alla dirigente, alle colleghe e ai colleghi della Scuola elementare Longhena. E un caloroso consiglio: non commettete l'errore di lasciarvi dividere! Da nessuno. La scuola è dei bambini che la frequentano e vostra, del loro diritto di apprendere e del vostro impegno professionale per garantirlo, della sua storia, del futuro che saprete darle.
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Non facciamoci risucchiare nel trucchetto della contrapposizione politica! Questa è una battaglia in prima istanza etica, culturale e professionale. Diventa però politica quando il diritto di esprimere e vivere una posizione legittima viene negato.
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Caro redattore "automatico" di Google news, la valutazione non è un caso politico e la scuola non è un problema di ordine pubblico
Ho una delle pagine dell'ottimo servizio di Google news perennemente attiva sulla parola-chiave scuola, in modo che mi fornisca le news di settore. Talvolta però ho la sensazione che la presenza e la posizione delle notizie e soprattutto delle fonti non siano frutto solo di regole di confezione e di fruizione definite a priori e applicate automaticamente dal sistema! E' sintomatico ad esempio come oggi, 13 febbraio, sia stata presentata la notizia dell'obiezione di coscienza dell'intero collegio docenti di una scuola di bologna all'applicazione della legge sulla valutazione in decimi nella scuola elementare. Vedi a lato. Si mette in evidenza l'appropriazione politica da parte di un settore, guarda caso, estremo del fronte politico e si accosta la notizia a episodi di bullismo e violenza. E' un trucco (peraltro antico!) che dura da due anni: esasperare le notizie sulla invivibilità delle scuole (e non solo) per legittimare interventi repressivi. Attribuendo poi a forme di estremismo irresponsabile le posizioni di chi non condivide le politiche muscolari. Peccato che venga anche da Google news. Oppure Google news respira e restituisce sintomautomaticamente anche ... l'aria che tira?! Quell'aria certamente tira, ma mi permetto di dubitare che sia solo questo il motivo. Certe "arie" si sa spesso erano indotte . Oltre che viziate. Valeva e vale per la carta stampata e sembra valere, ahimé, anche per quella telematica. |