Da http://magazine.enel.it/boiler/arretrati/arretrati/boiler90/html/articoli/focuscapogrossi-scoiattoli.asp



 

 

In letargo? Quasi quasi apro un’occhio

 

di Sara Capogrossi Colognesi

 

A QUANTO PARE animali quali scoiattoli e marmotte di tanto in tanto aprono un occhio e si riprendono dal sonno profondo del letargo. Finora, i ricercatori stentavano a spiegarsi un comportamento a prima vista insensato, che provoca sprechi considerevoli di energia. Eppure, Brian Prendergast, dell’Ohio State University, e i suoi collaboratori non si sono dati per vinti e alla fine hanno intuito le esigenze che spingono gli animali a interrompere il loro sonno. La sveglia sarebbe collegata alla necessità di “ravvivare” un po’ il sistema immunitario e controllare parassiti e patogeni. D’altra parte solo un’attività di primaria importanza come questa spiegherebbe la dispersione dell’ottanta per cento dell’energia che l’animale ha a disposizione per l’intero inverno.

 

Questi organismi, infatti, a differenza di orsi e creature più grandi, che cadono in uno stato di torpore, subiscono una vera e propria ibernazione invernale: la temperatura corporea scende fino ai 5 gradi e il battito cardiaco rallenta. Lo Spermophilus lateralis, un vero esperto dell’ibernazione, per cinque o sei mesi dorme tranquillo, con il cuore che batte due volte al minuto. Eppure, anche lui, più o meno una volta a settimana, si risveglia, riportando la temperatura a 37 gradi. Per capire il motivo di tutto ciò, il gruppo guidato da Prendergast ha analizzato da vicino il sonno di 31 scoiattoli, inserendo in questi individui dei radiotrasmettitori che registrassero la temperatura degli animali ogni 5 secondi. In alcuni dei soggetti è poi stato iniettato del lipopolisaccaride (Lps), che costituisce la parete esterna dei batteri.

 

Normalmente, gli scoiattoli rispondono a un simile trattamento con un febbrone (1-2 gradi sopra la media), ma negli animali in ibernazione niente di tutto questo si verificava, indicando che il sistema immunitario era a riposo anch’esso. Solo una volta svegliatisi, trascorso qualche giorno, è comparsa la febbre, come se il Lps fosse stato appena iniettato. «Gli animali possono uscire dall’ibernazione per fare un controllo di sistema contro infezioni e parassiti che possono averli colpiti», conclude Prendergast. «Se i macrofagi (le prime cellule a rispondere a un’infezione batterica facendo insorgere la febbre, ndr) sono tenuti a basse temperature, probabilmente non reagiscono. Ma se li riscaldi, quasi certamente producono le molecole della febbre», ipotizza lo studioso