IRRE Val d’Aosta A
scuola di competenze
2-3 settembre 2004
Mario Ambel, sintesi della relazione e materiali di supporto
Sono qui sinteticamente raccolti i livelli e
gli ambiti di definizione e di ricerca che delimitano una teoria sistemica
delle competenze scolastiche, a partire da una condizione per così dire
preliminare: l’approccio per competenze non può cambiare il modo di descrivere,
verificare e certificare gli apprendimenti degli allievi, se contestualmente
non modifica il modo di organizzarsi della scuole e di insegnare dei
docenti.
L’idea di competenza va infatti adottata a
tutti i livelli dell’iter progettuale della
scuola: dal POF all’attività del singolo docente, dalla identificazione dei
fini sociali più ampi alla valutazione e certificazione finali.
Ÿ l’asse (implicito) fra identità
e cittadinanza, che determina le scelte valoriali, gli orizzonti
d’attesa, i percorsi di senso;
Ÿ l’asse
(esplicito) fra crescita culturale e agire sociale, che determina
la scelta degli obiettivi, dei contenuti, delle metodologie.
In questa prospettiva le
competenze si pongono alla confluenza di questi settori progettuali e devono
consentire di esercitare le finalità che nascono dalla loro interazione:
·
la progettualità individuale e la capacità di
riorientamento [identità/agire
sociale]
·
la responsabilità e consapevolezza [agire
sociale/cittadinanza]
·
l’autonomia di giudizio
[identità/crescita culturale]
·
riflessività problematica [crescita
culturale/cittadinanza].
Diviene così possibile progettare
percorsi formativi che consentano di valorizzare valenze e finalità diverse
nell’acquisizione e nell’esercizio delle competenze:
- personali
e interpersonali
-
relazionali
sull’asse identità/cittadinanza
- alfabetiche e conoscitive
- cognitive e metacognitive
-
procedurali e strategiche
sull’asse crescita culturale
/ attività consapevole
L’idea di competenza che (in
ciascun ambito disciplinare) può essere in grado di rispondere a queste
variabili e di delineare un quadro sistemico di riferimenti (culturali), di
modelli (relazionali e comportamentali) e di procedure (didattiche) può essere
così definita.
Le competenze
scolastiche (disciplinari) rappresentano l’insieme integrato (acquisibile
in modo progressivo e graduale) di conoscenze, abilità e atteggiamenti, che,
sorretto da motivazioni adeguate, consente via via di compiere, in un contesto
di apprendimento (cooperativo), da soli o con altri, (nuove) esperienze conoscitive,
relative a un determinato campo di sapere, dotate di senso, per raggiungere
scopi diversi e di averne consapevolezza critica.
Queste esperienze
conoscitive, quando consolidate, possono poi essere trasferite,
parzialmente o integralmente, in altri contesti, prima analoghi e più semplici,
poi via via più complessi.
Ogni
settore di conoscenza ha sue modalità di organizzazione del sapere, sue
procedure e strategie d’indagine e di lavoro e un suo repertorio di scopi,
molti dei quali comuni (trasversali) ad altri. Questi scopi coinvolgono
necessariamente tre tipi di esiti, fondamentali perché l’iter formativo (in
contesto scolastico) prosegua con successo:
·
acquisire e consolidare in sé conoscenze, abilità,
atteggiamenti e la relativa consapevolezza
·
riuscire a dimostrare i risultati e il grado di consapevolezza raggiunti
·
predisporsi (emotivamente e cognitivamente) a
compiere/vivere altre esperienze conoscitive.
Le
conoscenze, le abilità e gli atteggiamenti relativi alle competenze specifiche
o generali, messe in atto nelle diverse esperienze conoscitive, sono
parzialmente certificabili in quanto concretizzabili in comportamenti e
prestazioni (almeno in parte) descrivibili, osservabili e verificabili, quindi
valutabili (attraverso sia
l’osservazione di processo che la valutazione di prodotti).
Per rendere operativo un tale
approccio concettuale e metodologico all’idea di competenza, è indispensabile
agire in una logica
curricolare al cui
interno adottare:
-
una serie di implicazioni
teoriche e metodologiche che sono ormai ampiamente condivise
-
una definizione operativa
che ne mette in evidenza le diverse componenti
-
un modello generativo per individuare obiettivi e
prestazioni
-
una definizione sistemica
di riferimento
Per utilizzare questo approccio alle competenze, è
auspicabile un rinnovamento dei processi di insegnamento/apprendimento
disciplinari.
La
ricerca e la sperimentazione in contesto scolastico (e quindi, inevitabilmente
e almeno in prima battuta, disciplinare) dovrebbero cercare di arricchire il
concetto di competenza e la sua applicazione in queste diverse direzioni:
ð
la dimensione emotiva e relazionale
- il ruolo delle componenti non direttamente
cognitive della dimensione soggettiva, come fonte di motivazioni
ð
la dimensione strategica e metacognitiva
- l’attenzione alla consapevolezza, al controllo
delle procedure, ai processi di autovalutazione e autoregolazione di sé, del
proprio agire cognitivo e operativo, dei risultati raggiunti
ð
la valenza costruttiva
- i processi di costruzione della conoscenza nel
loro divenire, capaci di essere portatori di senso solo se posti in relazione
con gli orizzonti di attesa e di prospettiva dei soggetti che ne devono fare
esperienza attiva
ð
la mediazione linguistica e testuale
- il rapporto fra acquisizione di conoscenze e
controllo di modelli di rappresentazione del sapere e strategie linguistico-cognitive (lessicali, sintattiche e
testuali)
ð la dimensione contestuale:
situazioni, contesti, domini
- l’acquisizione e l’esercizio di competenze, viste
in relazione con le situazioni reali o simulate, i contesti reali o culturali,
i domini storicamente e socialmente determinati (sfere di attività sociale e di
sapere, anche professionali)
ð la dimensione valutativa
- per una valutazione e una certificazione coerenti
e non riduttive: dalla tassonomia lineare e gerarchica alla visione sistemica e
integrata di osservazione, memoria e valutazione
Tutto ciò comporta innovazioni culturali, strutturali e
metodologiche di non poco conto nella concezione delle discipline e dei
percorsi disciplinari. Le applicazioni che ne derivano possono essere di
estremo interesse e riguardano, in ogni caso, sia le competenze per così dire
contestuali e specifiche, sia quelle traversali o trasferibili fra contesti
diversi. Ad esempio…
Fonti. Le slide presentate a integrazione del
testo sono consultabili in www.memorbalia.it
* Questa sintesi è tratta in
parte dalla relazione tenuta al 33° Convegno Nazionale del CIDI, Quale
scuola per l’Europa, 5 marzo 2004 e in parte dalle considerazioni
conclusive elaborate per MIUR Dir. Reg. Piemonte – IRRE Piemonte, Competenze
e orientamento nella continuità del curricolo. Materiali di lavoro e
report della ricerca
Una applicazione operativa
di quanto qui esposto è reperibile in M. Ambel, M. Serra, L. Tremoloso, Percorsi
modulari per il consolidamento delle competenze di base, Voll.I-IV, Angeli,
Milano, 2004; in particolare M. Ambel, Vol. 1 Modello standard e criteri di
progettazione
Schema tratto dal protocollo di ricerca della seconda
fase del progetto di ricerca MIUR Dir. Reg Piemonte - IRRE Piemonte Competenze
e orientamento nella continuità del curricolo scolastico. Segue l’elenco delle variabili inserite nel
protocollo di rilevamento della seconda fase della ricerca
Temi e nodi problematici
dell’iter progettuale, in rapporto ai diversi livelli e organismi decisionali
A) la progettazione
d’istituto dell’offerta formativa
[ da parte del dirigente scolastico/ collegio
docenti/ staff/ funzioni obiettivo]
|
A.1. la dimensione curricolare
del progetto educativo |
A.2. l’efficacia dei processi di insegnamento/apprendimento nella prospettiva della costruzione di
competenze |
A.3. la creazione di ambienti e condizioni funzionali
all’apprendimento, nel cui contesto gli allievi siano chiamati ad esercitare
e rinforzare progressivamente il proprio agire conoscitivo |
A.4. la necessità di formulare e descrivere esplicitamente le finalità
formative in termini di profili attesi di competenza |
B) l’attuazione dell’autonomia organizzativa e
didattica
[dirigente
scolastico/ staff/ funzioni obiettivo/ dipartimenti/ gruppi di ricerca] |
B.1. l’assunzione di responsabilità e procedure definite e distinte nei
diversi livelli organizzativi (gestionale, funzionale, didattico) |
B.2. l’attivazione di un gruppo interdisciplinare di autovalutazione dei modelli organizzativi e degli esiti formativi (in
termini di obiettivi raggiunti e relativi livelli di padronanza), in rapporto
ai processi di insegnamento/apprendimento attivati |
B.3. l’attivazione di dipartimenti/gruppi di ricerca-azione sulle problematiche dell’apprendimento |
B.4. il problema delle prove comuni di istituto per la il monitoraggio
e la verifica dei livelli di apprendimento (interni ai processi attivati) e/o
di prestazione |
C)
l’analisi progettuale dei singoli impianti disciplinari e interdisciplinari [dipartimenti-gruppi disciplinari/
singoli docenti] |
C.1. il modello/setting educativo, ovvero le relazioni fra soggetti /
oggetti / dispositivi didattici e la loro effettiva efficacia |
C.2. l’individuazione e l’esplicitazione dei
nuclei concettuali e procedurali del sapere disciplinare |
C.3. la necessità di scomporre gli aspetti essenziali dell’agire
cognitivo e conoscitivo proprio della disciplina in conoscenze, abilità,
atteggiamenti descrivibili e osservabili |
C.4. la valorizzazione della dimensione laboratoriale, dello scambio di
esperienze conoscitive e dell’apprendimento cooperativo |
D)
la definizione degli obiettivi e delle strategie di apprendimento comuni [consiglio di classe] |
D.1. la relazione educativa, la motivazione, le dinamiche
interpersonali, le norme comportamentali, ecc. |
D.2. la dimensione formativa e orientativa delle discipline, che si
concretizza nell’esplicitazione degli impianti conoscitivi e procedurali
propri della disciplina … |
D.3. gli obiettivi trasversali comuni alle diverse discipline (relativi
alle valenze personale e interpersonale, cognitiva, procedurale,
metodologica…) |
E) la definizione degli
obiettivi di apprendimento disciplinari
[dipartimenti-gruppi disciplinari/
singoli docenti] |
E.1. gli obiettivi di apprendimento significativi
in quanto ricomponibili in profili di competenza dell’allievo gradualmente
incrementabili |
E.2. la dimensione procedurale del sapere [ovvero dell’acquisizione,
dell’uso e dell’incremento delle conoscenze e delle capacità di
ricercarle/elaborale] |
E.3. la dimensione contestuale dell’apprendimento e dell’esercizio di
conoscenze, abilità, atteggiamenti, che si concretizza nella messa in
situazione dei processi di insegnamento/ apprendimento, per favorire la
trasferibilità degli apprendimenti |
F) la scansione delle unità
programmatiche e nella scelta delle metodologie didattiche [singoli docenti] |
F.1. la dimensione costruttiva e ri-costruttiva
della relazione educativa in contesto di apprendimento [centrata sui processi
di apprendimento, sui livelli cognitivi e sull’agire conoscitivo dei
discenti] |
F.2. l’assunzione di scansioni modulari della progettazione e della
realizzazione didattica |
F.3. la dimensione operativa e procedurale dell’apprendimento, che si concretizza
nella messa in atto di procedure finalizzate al possesso e al controllo di
prestazioni concrete e verificabili |
F.4. i processi individuali e collettivi di attribuzione di significato
e di senso da parte degli allievi, ,, |
G) … nei criteri, negli
strumenti e nelle modalità di
osservazione, verifica e valutazione [consigli di classe/singoli docenti] |
G.1. criteri, modalità e strumenti di osservazione
qualitativa e sistematica dei processi di apprendimento, da affiancare agli
strumenti di verifica/ valutazione quantitativa |
G.2. strumenti di accertamento sistematici e quantificabili
(verifiche), che siano di effettivo supporto ai processi di valutazione e di
autovalutazione degli apprendimenti |
G.3. modalità e strumenti diversi di memoria, autodescrizione e
autovalutazione dei processi di apprendimento e degli esiti raggiunti (es.
questionari di rilevamento, diari di bordo, port-folio delle attività) |
H)
…nella scelta e nell’uso delle metodologie e degli strumenti di
certificazione [consigli di classe/singoli
docenti/collegio docenti] |
H.1. l’adozione di descrittori qualitativi con riferimento ai livelli
di acquisizione/controllo/padronanza/ efficacia… |
H.2. l’assunzione sistematica e significativa di strumenti quali il
profilo di uscita come strumento di rilevamento e descrizione degli
apprendimenti e dei livelli di competenza raggiunti |
H.3. l’assunzione e l’aggiornamento costante di strumenti quali il
port-folio delle competenze (fin dall’inizio del percorso formativo)
attraverso una funzione attiva dello studente |