CIDI Cagliari                                                       10 marzo 2004

La scuola dell’autonomia

 

 Mario Ambel, L’autonomia didattica

 

“Una società veramente autonoma può esistere soltanto nella forma del proprio progetto: cioè come società che riconosce quale suo unico scopo e ragion d’être non un modello precostituito di felicità, ma una libertà sempre più ampia di autoesame, di critica e di riforma”

Zygmunt Bauman, La solitudine del cittadino globale, Feltrinelli, 2000, pg. 86.

 

 

Premesse (di cornice e di contesto):

ð      autonomia della responsabilità (istituzionale) e autonomia della competitività

ð      autonomia didattica/ organizzativa / di ricerca e sperimentazione

ð      l’autonomia finanziaria e il rapporto fra autonomia e risorse (anche umane)

ð      autonomia didattica e libertà di insegnamento/ libertà di scelta educativa/ diritto di apprendere

 

1. L’autonomia didattica: qualche domanda non oziosa

Oggi è meglio non chiedere in una scuola: “Che cos’è l’autonomia?”. Eppure è l’ultima speranza che ci resta per ridare serietà professionale e credibilità al progetto educativo.

ð      che cosa riguarda?

ð      chi la esercita?

ð      rispetto a chi?

ð      che cosa la limita?  che cosa la orienta?

ð      chi la osserva e la valuta?

 

2. L’autonomia didattica nel Regolamento dell’autonomia

La conquista del sapere, a scuola, non è mai una variabile indipendente (da tutto il resto).

ð      Criteri-guida

ð      Finalità, oggetti e strumenti dell’autonomia didattica nel Regolamento dell’autonomia

·           Materiali e rimandi

 

3. Qualche questione aperta sull’agenda delle scuole autonome

La scuola assume ed esercita la responsabilità (istituzionale) di organizzare oppure offre, propone, contratta?

ð      laboratori (e discipline)

ð      la dimensione (qualitativa) del tempo

ð      coerenza fra modello didattico e modello organizzativo

ð      natura e senso dell’opzionalità

ð      l’idea complessiva di scuola