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Pagine realizzate in collaborazione con ...

Raccolgo in queste pagine la documentazione relativa
all'attività di formazione svolta nell'anno scolastico 2013/14 e 2014/15 a...

Fare una rete ...
una rete per fare

 

Progetto di
Formazione e Ricerca in rete

nell'ambito di

 

Tortona

Questionario sull'uso dei testi nelle diverse discipline

   Il questionario - Parte I  scarica versione pdf   - vedi versione web

   Elaborazione ed analisi dei dati

0. Questionari per ordine di scuola e area disciplinare
1. Le difficoltà di comprensione degli allievi - Domanda 4
 

0. Questionari per ordine di scuola e area disciplinare
Sono stati compilati 53 questionari suddivisi come mostra il grafico nelle diverse aree disciplinari.
Nel dettaglio per ordini di scuola: 17 di scuola dell'infanzia, 16 di scuola primaria e 20 di scuola secondaria di I°.
Tutti i docenti coinvolti partecipano al secondo anno del progetto di formazione.
Le colleghe della scuola dell'infanzia sono presenti nei diversi gruppi disciplinari e rispondono in relazione ad attività variamente afferenti a quell'area. Solo nel gruppo di lingua straniera non sono presenti.

Tavola 1.a.
Nella comparazione che verrà fatta dell'incidenza dei diversi ordini di scuola e delle diverse discipline sui singoli dati osservati, bisognerà tener conto che i diversi raggruppamenti non sono omogenei e quindi i dati non vanno comparati in assoluto.
In particolare ciò vale per il gruppo di italiano rispetto alle altre discipline, mentre la distribuzione dei tre ordini di scuola è come abbiamo visto più omogenea, anche vanno rilevate tre preponderanze diverse in ciascun ordine di scuola: di storia e scienze per l'infanzia, matematica per la primaria e italiano per la media.
Ciò significa, per esempio, che quando si osserverà un forte presenza di risposte di italiano per la media si dovrà tener conto della composizione del gruppo, mentre all'opposto una rilevanza di scienze per la primaria sarà da rapportare alla esigua rappresentanza nel gruppo.

Tavola 1.b.
1. Le difficoltà di comprensione degli allievi - Domanda 4
Osserviamo anzitutto il dato complessivo.
Ciascuno poteva indicare fino a 5 cause che generano difficoltà di comprensione. Ciò significa che "la mancata comprensione del significato delle parole" - che è la causa che ha ottenuto più segnalazioni - è stata indicata da 42 docenti su 53, ovvero dal 79%. Spiccano anche "la distrazione" (35) e "il non richiamare alla mente conoscenze acquisite"(32).
Si tratta, come vedremo, di difficoltà imputabili a situazioni molto diverse.
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Tavola 2.a

Vediamo ora come si distribuiscono i dati generali in rapporto alle diverse discipline e all'ordine di scuola.
Possiamo osservare che in rapporto agli ordini di scuola i singoli dati sono sostanzialmente equilibrati, soprattutto per le cause maggiormente segnalate. In particolare colpisce la forte presenza della carenza lessicale nella scuola dell'infanzia! Ma è significativa anche la forte incidenza della "distrazione". Più prevedibile appare la segnalazione delle "condizioni psicofisiche non adeguate", peraltro curiosamente assenti nella scuola secondaria. La scuola primaria sembra distribuire in modo abbastanza uniforme lo spettro delle difficoltà.
 


Tavola 2.b.
Anche per quanto riguarda le discipline, sembra di poter osservare una distribuzione sostanzialmente omogenea dei tipi di difficoltà. Per esempio non appare in modo rilevante una maggiore incidenza dei contenuti (risposte h. e g.) in storia e scienze dove forse potrebbero maggiormente incidere rispetto alle altre discipline. Così come appare in qualche misura meno prevedibile la significativa incidenza dello scarso "interesse per l'argomento" per italiano che dovrebbe avere tra i suoi vantaggi la possibilità di scegliere tematiche motivanti, certamente meno vincolate che in altre discipline..
Tavola 2.c.
Le diverse tipologie di difficoltà di comprensione
Le cause proposte dal questionario sono di tipo diverso: nella riproduzione qui sotto degli esiti complessivi abbiamo contrassegnato con colori differenti:
- le cause "testuali" (in azzurro) dovute alla natura del testo;
- la cause "strategiche" (in verde) dovute al possesso di una strategia di lettura assente o carente;
- le cause "situazionali" (in giallo) dovute a condizioni ambientali.


Tavola 2.b

Osserviamo il dato complessivo.
Prevalgono nettamente le difficoltà di natura strategica con  il 45% delle segnalazioni, mentre le altre si dividono quasi equamente il 55% restante.
Tra le difficoltà di natura strategica abbiamo inserito il "non conoscere il significato delle parole" considerandola una delle condizioni preliminari di una adeguata strategia di lettura. Del resto, ben tre delle cause qui indicate riguardano, più o meno direttamente la conoscenza e il controllo del contenuti del testo.

Interessanti sono le ripartizioni dei dati testuali, forse con una relativa sottovalutazione della complessità strutturale del testo.
Mentre la "distrazione" prevale in modo netto frale difficoltà "situazionali".

Va da sé che dovranno essere diverse le strategie di intervento su queste differenti tipologie di condizioni che generano difficoltà di comprensione.
Ma scomponiamo ora il dato in rapporto agli ordini di scuola e alle diverse materie.


 

 

 

 

 

 

 

 



Tavola 3.a

Tipologie di difficoltà per ordini di scuola
Per quanto riguarda gli ordini è anzitutto interessante osservare che l'incidenza delle difficoltà di natura strategica è preponderante e pressoché costante nei tre ordini di scuola. Poiché possiamo genericamente ricondurre questa difficoltà al "saper leggere" o meglio all'aver acquisito o meno una adeguata competenza di lettura e comprensione, ne possiamo dedurre che la carenza resta grave o addirittura tende lievemente a crescere. Ciò significa che o non vengono insegnate/apprese adeguate strategie di lettura oppure che, pur migliorando, quelle strategie continuano a non essere adeguate ai compiti richiesti, che si ipotizza che siano ovviamente di difficoltà crescente.
Gli altri due dati presentano un curioso andamento, in particolare rispetto alla scuola dell'infanzia: crescono, com'è giusto che sia, le difficoltà legate alla natura del testo e diminuiscono quelle situazionali. Quest'ultimo dato può apparire curioso: in realtà la forte incidenza delle difficoltà ambientali nella scuola dell'infanzia è probabilmente dovuta più alla minor incidenza del dato testuale che non ad affettive situazioni di caos ambientale. Che comunque si riducano i fattori di disturbo ambientali e comportamentali è comunque un dato positivo...


Tavole 3.b.1,2 e 3

Tipologie di difficoltà per discipline
Il primo dato di rilievo è che anche in questo caso le prevalenti difficoltà di tipo strategico sono rilevate in modo sostanzialmente omogeneo nelle diverse discipline con una minor incidenza per lingua straniera, dove giustamente hanno il sopravvento le difficoltà di natura testuale, e in parte matematica.
Le carenze strategiche includono il carente controllo dei contenuti ed è quindi comprensibile che rivelino una forte incidenza in storia e scienze. Forse in italiano il dato potrebbe essere inferiore, tanto più che insegnare strategie di lettura è o dovrebbe essere una finalità strategica essenziale della disciplina, forse "la" finalità strategica essenziale, soprattutto se si ragiona in termini di "cittadinanza".
Il dato legato alle difficoltà ambientali resta alto in tutte le discipline (tranne che in lingua straniera).
Resta significativo il dato dell'incidenza delle difficoltà legate al testo. Per lingua straniera si è detto, per storia va osservata la scarsa incidenza dovuta probabilmente alla ricerca da parte dei docenti di testi non troppo impegnativi almeno dal punto di vista testuale. Va infatti rilevato come, la minor incidenza di questo tipo di difficoltà può rivelare un maggior controllo da parte degli allievi ma anche una attenzione dei docenti nella selezione dei testi da proporre.


Tavole 3.c.1,2,3,4 e 5

La mancata comprensione del significato delle parole                                                                                   Tavola 4
Come abbiamo visto, con 42 segnalazioni su 53 questionari compilati, il mancato controllo della dimensione lessicale e semantica del testo viene indicata in modo quasi plebiscitario come la causa più rilevante delle difficoltà di comprensione.
 E allora, questo dato merita alcune veloci considerazioni.
 La prima riguarda una analisi più dettagliata delle segnalazioni.  Come appare dal grafico a lato la scomposizione del dato suscita qualche perplessità. Come già osservato stupisce la forte incidenza per la scuola dell'infanzia seppure con un comprensibile contributo delle difficoltà rilevate nelle aree disciplinari. L'incidenza delle difficoltà lessicali e semantiche tendono a ridursi drasticamente nella secondaria di I° grado e questo potrebbe essere un segnale positivo, di maggior controllo della materia e quindi della sua terminologia.
Resta invece forte l'incidenza in italiano dove tende anzi a crescere sensibilmente nella secondaria di I°. Per la primaria si segnala il dato della scuola primaria per matematica. Si tratta comunque di dati che meritano un approfondimento di indagine, così come da chiarire è la natura stessa di questa "difficoltà".
Nella elaborazione precedente, l'abbiamo considerata una carenza di tipo "strategico". Abbiamo cioè preso in considerazione più la natura di una strategia di lettura non applicata che la difficoltà lessicale da attribuire alla complessità del testo.
Questo anche per indicare che i possibili interventi didattici attengono più al rapporto fra testi, contenuti e aree disciplinari che non a generiche difficoltà di un lessico scarso e inadeguato.
Anche se il dato di italiano fa propendere verso la considerazione di un controllo lessicale comunque scarso e inadeguato che per altro i docenti denunciano con insistenza da anni in ogni circostanza possibile..

2. I contesti di impiego dei testi. Domanda 1
I contesti d'uso in generale
La prima domanda sui contesti d'uso dei testi chiedeva di indicare quanto tra (molto/abbastanza/poco/nulla) venissero usati i testi in differenti contesti di lavoro didattico.
Attribuendo un valore decrescente a ciascuna risposta da 3 per molto a 0 per nulla, otteniamo la distribuzione dei punteggi medio ottenuti da ciascun contesto rappresentata dalla tavola 5.
Come si vede l'impiego più frequente è la situazione-stimolo per avviare un'attività, seguita dalla consegna, dalle istruzioni delle cose da fare. In entrambi i casi il punteggio indica una netta prevalenza di molto e di abbastanza.
In posizione intermedia l'uso dei testi come strumentazione per la riflessione, la documentazione, l'autovalutazione. Si tratta di un dato assai rilevante.
Seguono, con punteggi nettamente inferiori l'uso dei testi per la ricerca e l'approfondimento personali e infine i due usi più tradizionali: l'uso dei testi come oggetti di studio individuale e come oggetto diretto dell'attività svolta in classe.
Si tratta di esiti in parte sorprendenti e che rivelano un uso in cui prevalgono gli impieghi strumentali (che abbiamo evidenziato in giallo) rispetto a quelli in cui i testi sono oggetti di lavoro e di studio. Potremmo dire un uso assai "trasversale" e ... moderno dei testi cui appare interessante

Tavola 5
Il contesto d'uso nelle diverse discipline
Osservando i contesti d'uso in rapporto alle discipline  appare anzitutto interessante il rilievo pressoché omogeneo che tutte le discipline - con la lieve e comprensibile flessione per matematica - attribuiscono all'uso dei testi come stimolo per avviare un'attività.
E' un dato assai significativo perché le modalità di comprensione per questo tipo di utilizzo, oltre a variare in parte tra le diverse discipline, configurano un rapporto con i testi di tipo motivazionale e situazionale, più che analitico e riflessivo.
Per quanto riguarda l'uso dei testi come "consegna" o istruzione va osservato come alla prevedibile incidenza di matematica si registri una analoga incidenza per lingua straniera e italiano (ma valgono qui tutte le domande di comprensione o le istruzioni per la scrittura..). Infine è significativa la distribuzione omogenea del rilievo nelle diverse discipline dell'uso dei testi come strumento di rielaborazione e riflessione. Qui va senz'altro rilevato il dato di scienze, matematica e storia, pressoché identico a italiano.
Meno prevedibile l'incidenza più bassa dell'uso dei testi come oggetto di studio per storia e scienze, dove ci si poteva attendere un dato più rilevante, mentre appare basso ed eguale a matematica dove è comprensibile che ci siano meno testi da "studiare".
Infine appare decisamente basso il punteggio ottenuto in italiano dall'uso dei testi come oggetto centrale dell'attività che dovrebbe essere invece quello predominante in una disciplina che dovrebbe fare dell'analisi dei testi la sua stessa ragion d'essere.
Se si scorrono i dati dal punto di vista delle discipline, è infatti possibile rilevare alcune anomalie che sarà interessante discutere nel contesto dei gruppi.
Nel complesso, tra le diverse discipline ci sono meno differenze di quante ci si poteva attendere. E questo non è detto che sia un buon segnale perché potrebbe indicare un uso più uniformemente "scolastico" (anche se impieghi non tradizionali) che legato alla specifica natura dei rapporti fra testualità e procedure disciplinari...


Tavola 6
I contesti d'uso nei diversi ordini di scuola
Com'è giusto che sia, nel confronto fra gli ordini di scuola, appare evidente la differenza del dato relativo alla scuola dell'infanzia rispetto agli altri ordini di scuola. Prima del controllo autonomo dei processi di lettura e scrittura è ampiamente legittimo il netto prevalere degli usi che abbiamo definito "strumentali" rispetto a quelli in cui i testi sono oggetto diretto di lavoro o di studio. Spicca in particolare il dato dell'impiego dei testi come situazione-stimolo.
Nella scuola primaria i contesti sembrano avere importanza praticamente equivalenti, con una discreta prevalenza dell'uso come "consegna" mentre ci sarebbe potuti attendere un'attenzione prevalente all'impiego in contesti di rielaborazione, documentazione, riflessione.
Nella scuola secondaria risalta il dato molto alto dell'uso dei testi come oggetto di studio individuale, mentre resta stranamente assai basso l'impiego come oggetto centrale dell'attività svolta in classe. Che sia così scarso l'uso in classe a vantaggio dello studio a casa resta un dato da approfondire.

Tavola 7
Se escludiamo dal rilevamento la scuola dell'infanzia, i dati generali mutano sensibilmente.
Gli usi strumentali mostrano una buona tenuta, anche se le consegne sopravanzano l'uso come stimolo. Cresce però sensibilmente l'incidenza dello studio individuale a casa. Mentre resta assai poco rilevante l'uso dei testi come oggetto dell'attività svolta in classe: il dato resta anomale se pensiamo che in questa voce dovremmo annoverare l'analisi dei testi letterari, ma anche la lettura commentata dei testi disciplinari e di attualità
Quello che sembrava uno scenario innovativo si rivela più vicino alla tradizione: gli usi che prevalgono sono le consegne e lo studio a casa.
E' come se a favorire gli usi meno convenzionali (la situazione-stimolo, la documentazione e la riflessione metacognitiva) fosse non tanto la loro riconosciuta utilità quanto la mancanza di autonomia da parte degli allievi più piccoli.

Tavola 8