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educazione linguistica - ricerca didattica - politica scolastica di... con... da.... su.... mario ambel

 

Valutare e progettare per competenze

 

 

 

 

 

 
 
 
 

Il temario della discussione collettiva

Vicenza, 20-21/Torino 27 gennaio 2010

 

Durante il confronto che ha preceduto l’elaborazione della “prova”, il gruppo ha affrontato le seguenti tematiche in modo problematico e critico, ma orientato alla ricerca di soluzioni pratiche e praticabili…

Ringrazio coloro che partecipando alla discussione con pazienza, disponibilità e “competenza” hanno consentito di affrontare in ore serrate di confronto quasi l’intera gamma di problematiche relative alla “scuola delle competenze”; problematiche che, seppure non del tutto risolte, ci possono mettere al riparo da eccessive improvvisazioni e  forzature ma soprattutto dalla frustrazione di inadeguatezza che, a scuola, quando colpisce i docenti, viene di solito “pagata” dagli allievi…

Buon lavoro

(mario ambel)

 

§ Importanza di stabilire un rapporto coerente e una circolarità virtuosa fra

-         progettazione

-         attuazione e valutazione dei percorsi e delle unità didattiche

-         prove e verifiche finali

-         certificazione

 

§ La competenza come criterio-guida per cambiare il modo di concepire e fare scuola , non “solo” di valutarla o certificarne gli esiti: rapporti ineludibili fra laboratorialità contestuale e scuola delle competenze

 

§ Rischi connessi alla eccessiva retroattività di ogni istanza di verifica e valutazione; rapporti fra competenze, prestazioni, prove; potenzialità e limiti delle “prove”; complessità della valutazione delle competenze; incongruenza delle normative sulla valutazione in decimi.

 

§ Attenzione alle complesse dimensioni situazionali e strategiche:

-         operatività

-         consapevolezza e controllo delle procedure

-         gestione strategica

-         contestualità

che riguardano (in modi diversi) le prove, le prestazioni e le competenze.

 

§ Specificità delle competenze culturali e scolastiche (che non sono professionali):

-         sono finalizzate (non all’acquisizione di un saper fare professionale, ma) all’esercizio attivo e consapevole di conoscenze, abilità, disponibilità e atteggiamenti propri di campi di sapere e di esperienza di tipo disciplinare;

-         vengono acquisite in contesto di apprendimento e quindi devono tener conto non solo degli esiti assoluti, ma anche di quelli relativi (ai soggetti, alle condizioni, all’evoluzione);

-         hanno una dimensione di spendibilità nel mondo reale che va concepita in termini di cittadinanza e non di alla professionalità;

-         hanno con la realtà un rapporto complesso e spesso mediato da dimensioni linguistiche, simboliche, comunicative, da atteggiamenti operativi e progettuali, ma spesso di natura e finalità problematiche, euristiche, speculative: a scuola si acquisiscono competenze culturali attraverso la gestione e la soluzione di situazioni problematiche con lo scopo prioritario di sapersi porre e saper gestire altre e successive situazioni problematiche… (imparare a imparare).

 

§ Importanza della dimensione trasversale; idee e pratiche di trasversalità

-         procedurale   /

-         logico-cognitiva

-         la dimensione trasversale della comunicazione

-         di cittadinanza

-         l’inter- o plusidisciplinarità

-         interpersonale e sociale

 

§ Rapporti fra contesti comunicativi e contesti reali nell’educazione linguistica: l’esercizio effettivo o la simulazione di contesti reali di comunicazione; la scuola come contesto comunicativo in cui esercitate competenze reali e non simulate

 

§ La dimensione orientativa sostenuta o avvallata dalle competenze disciplinari nel senso delle modalità in cui si riesce a mettere in atto in modo efficace quelle trasversali in quel settore specifico, che dipendono dal rapporto con l’oggetto di sapere e le procedure di conoscenza agite tipiche di quel settore

 

§ Attenta calibratura alle competenze disciplinari delle componenti trasversali e di cittadinanza per non eccedere nelle dimensioni più specifiche della dimensione disciplinare che appartengo più alla “carriera” dello studente (liceale) che a quella del cittadino

 

§ Il profilo di competenza come criterio di saldatura fra progettazione (profilo atteso)/ realizzazione e valutazione (profilo praticato) e certificazione (profilo certificato o bilancio di competenze)

 

§ Le componenti del profilo di competenza comunicativa e il loro rapporto con l’epistemologia disciplinare e la struttura (educativa e didattica) della disciplina:

         - Ascoltare/Parlare/Leggere/Scrivere … per

                   - comunicare

                            - accedere alla dimensione estetica

                       -  apprendere/ studiare

           - Consapevolezza/competenza grammaticale e metalinguistica

- Controllo della dimensione materiale  procedurale di una pluralità di media

 

§ Dimensione “istituzionale” della certificazione e  accertamento dell’obbligo: privilegiare le componenti disciplinari o quelle trasversali? E quali? Analogie e differenze fra le indicazioni trasversali per l’innalzamento dell’obbligo e il quadro delle competenze chiave europee

 

§ Importanza della dimensione soggettiva delle competenze, della loro acquisizione, del loro esercizio e della loro certificazione: più che certificare competenze acquisite e spendibili, a scuola si certificano le tappe del percorso compiuto da una persona per diventare un soggetto competente in determinati campi di sapere e di esperienza di tipo culturale.

 

§  Scuola, discipline e trasversalità: a scuola, in determinati campi di sapere e di esperienza disciplinare o interdisciplinare, si esercitano competenze culturali in modo operativo e contestuale, evidenziando ed esemplificando i rapporti complessi con le modalità di esercitarle e viverle nella vita reale, con lo scopo principale di far acquisire atteggiamenti e modalità di agire di tipo problematico e conoscitivo, suffragati da una base essenziale ma inevitabilmente insufficiente di conoscenze e abilità, che possano essere trasferiti in contesti diversi da quelli di apprendimento e siano premessa per il loro esercizio e incremento continuo. Per questo a scuola le finalità trasversali sono il vero fine dell’esercizio e dell’acquisizione delle competenze disciplinari.

 

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